| 
             La 
            Chiesa di San Biagio (chiamata per la sua monumentalità anche 
            Tempio) si erge isolata alle pendici del paese di Montepulciano. 
            L'edificio, summa degli studi rinascimentali sulla pianta a croce 
            greca applicata agli edifici di culto cattolici, fu realizzata da 
            Antonio da Sangallo il Vecchio, il quale ebbe come immediato modello 
            la basilica di Santa Maria delle Carceri a Prato, progettata una 
            generazione prima a Prato da suo fratello Giuliano da Sangallo. La 
            stessa pianta, derivata da alcune opere di Filippo Brunelleschi, 
            venne applicata al progetto originario di Bramante e Michelangelo 
            per la Basilica di San Pietro o la chiesa di Santa Maria della 
            Consolazione di Todi, di paternità incerta. 
             
            L'edificio tardo-rinascimentale venne edificato sul luogo dove 
            sorgeva un'antica pieve di origine paleocristiana dedicata a Santa 
            Maria e successivamente, dopo il trasferimento dei diritti plebani, 
            intorno all'anno Mille, entro le mura castellane, a San Biagio. Agli 
            inizi del Cinquecento si conservavano della pieve solo alcuni resti; 
            in un muro si trovava ancora un affresco con la Madonna col Bambino 
            e San Francesco, opera del Trecento senese, a cui nel 1518 vennero 
            attribuiti eventi miracolosi. 
             
            Il popolo poliziano decise di erigere una nuova chiesa affidando 
            l'incarico ad Antonio da Sangallo il Vecchio. Questi progettò un 
            imponente edificio a pianta centrale e l'ambizioso progetto venne 
            sostenuto da papa Leone X, che era stato educato da Agnolo 
            Poliziano, nativo proprio della cittadina toscana. 
             
            La costruzione del tempio a croce greca, dalle superfici in 
            travertino, si protrasse sino al 1580 ed i lavori vennero diretti, 
            dopo la morte del progettista, da altri sovrintendenti. Le ponderate 
            volumetrie sono articolate da scansioni euritmiche, così come sono 
            disposti i numerosi elementi ornamentali - paraste, semicolonne, 
            nicchie, timpani, mensole, oculi - che danno vita ad un vero e 
            proprio catalogo dell'estetica rinascimentale. 
             
            La facciata, il cui schema compositivo si ripete, con qualche 
            variante ornamentale, sulle altre due laterali, è divisa in due 
            registri da una marcata trabeazione dal fregio a triglifi e metope 
            che percorre tutto il perimetro del tempio; in quello inferiore è 
            collocato il portale su cui è inciso l'anno di fondazione del 
            tempio; in quello superiore, con al centro una finestra, la 
            superficie è movimentata da cinque specchiature rettangolari. Sul 
            secondo registro si imposta l'ampio frontone triangolare nel cui 
            centro si trova un occhio circolare. Il prospetto è affiancato sul 
            lato sinistro dalla svettante torre campanaria a più registri, densi 
            di elementi plastico-decorativi, terminante in una cuspide 
            piramidale. Il progetto prevedeva l'erezione di due simmetrici 
            campanili, dei quali solo uno fu portato a termine. 
   |